Intorno al 1707, l’evoluzione della forma del violoncello di Stradivari raggiunse un livello che oggi è considerato l’ideale assoluto. Il suo modello, che era più piccolo e più compatto dei precedenti, è stato realizzato sulla cosiddetta “forma B”.
Questo nome prende origine da un disegno per la posizione dei buchi a F di questo violoncello, su cui il maestro cremonese scrisse: “Misura per la forma B per far li occhi del violoncello”.
Successivamente, Stradivari applicò questo schema al violoncello del 1710, il “Duport” del 1711, il “Piatti” del 1720 e il “Vaslin” del 1725. Lo schizzo di Stradivari è ancora visibile nel Museo Stradivariano di Cremona e nel suo catalogo.